Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande Acquistato dallo Stato nel 1969 per accogliere gli uffici dell’allora Direzione generale antichità e belle arti (ora Ministero per i Beni attività culturali), a partire dal 1973 il Complesso Monumentale è stato oggetto di interventi di consolidamento e restauro, ed ospita attualmente oltre alla sede dell’ICCD, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione,  a cui si accede dal civico 18 della Via di San Michele, anche la sede della Direzione generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee. Il complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande è uno dei più imponenti edifici della Capitale. Nato per volontà di papa Innocenzo XI (1676-1689) per accogliere ragazzi abbandonati e poveri vecchi, dando loro insieme casa e luogo di lavoro, il complesso fu edificato in fasi successive in circa centocinquanta anni nell’area retrostante l’antico porto fluviale. L’iniziale programma costruttivo si ampliò sempre di più, facendo della costruzione un vero e proprio centro polifunzionale con ospedale, orfanotrofio, ospizio e carcere per minori e donne: una struttura di cura, che forniva ricovero, cibo ed eventuali cure, ma anche luogo di contenimento per persone che non erano in grado di provvedere a se stesse autonomamente e che, per questo stesso fatto, costituivano un fenomeno allarmante per l’ordinaria gestione della città. Alla realizzazione del Complesso, che si affaccia sul Tevere in prossimità di Porta Portese con un prospetto lungo circa trecentocinquanta metri, parteciparono illustri architetti: a Carlo Fontana si deve l’impostazione generale, seguita e sviluppata dai suoi successori Nicola Michetti, Ferdinando Fuga, Niccolò Forti. L’uniformità della facciata non corrisponde ad una regolarità della organizzazione interna, dove i corpi di fabbrica destinati alle diverse funzioni si articolano in cinque settori, disposti intorno ai due grandi cortili – il Cortile dei Ragazzi e il Cortile dei Vecchi – realizzati dal Fontana, e intorno a cortili di dimensioni minori, quali i Cortili del Carcere maschile e di quello femminile, il Cortile della Dogana, dei Marmi, delle Arti, delle Carrette. La sede dell’ICCD occupa il blocco orientale del Complesso, denominato Conservatorio delle Zitelle, realizzato come aggiunta conclusiva dell’intero edificio a partire dal 1790 sotto Pio VI. La costruzione venne eseguita dall’architetto Niccolò Forti, utilizzando vecchie fondazioni di edifici preesistenti. L’impianto è caratterizzato dal cortile quadrato tardo-settecentesco, il Cortile delle Zitelle, con al centro una fontana in travertino (come la fontana del Cortile dei Ragazzi ma di dimensioni più modeste), circondato da tre piani porticati voltati a crociera, serviti da una scala monumentale sul fronte verso il Tevere. Da uno dei quattro lati, si accede alla ex Chiesa delle Zitelle, edificata all’interno del Conservatorio a seguito della mancata realizzazione del quarto braccio della chiesa di Carlo Fontana prospiciente il Cortile dei Vecchi. L’aula è di modeste dimensioni, a tre campate, due delle quali coperte da una volta a botte e da una volta a vela, ed è decorata con specchiature e riquadrature colorate a tempera.